Spettano al Consiglio superiore della magistratura, secondo le norme dell’ordinamento giudiziario, le assunzioni, le assegnazioni ed i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati.
Che cosa significa? Questo articolo della Costituzione stabilisce le funzioni del Consiglio Superiore della Magistratura.
Il CSM è competente sullo stato giuridico dei magistrati, ovvero su: assunzione, assegnazione a un incarico, trasferimento, promozione, procedimento disciplinare, nomina dei magistrati di Cassazione, nomina e revoca dei magistrati onorari, attribuzione di sussidi ai magistrati.
Il CSM svolge funzioni amministrative relative all’organizzazione interna del Consiglio (verifica dei titoli dei consiglieri, gestione delle spese di funzionamento…) e allo status dei magistrati (cioè le decisioni che concernono tutti i momenti e le vicende della carriera); funzioni ausiliarie (esprimere pareri sui disegni di legge riguardanti l’ordinamento giudiziario, proporre modificazioni concernenti l’organizzazione della giustizia); funzioni ispettive (svolgere inchieste sul funzionamento dei servizi relativi alla giustizia).
Ma perché...? Questo articolo garantisce l'autonomia della magistratura dagli altri poteri dello Stato e in particolare rispetto al potere esecutivo, che potrebbe altrimenti nominare, allontanare, promuovere e punire i magistrati a sua discrezione. Ciò non significa che i magistrati siano “intoccabili”, ma che spetta al CSM la loro valutazione.
S tratta di un aspetto molto delicato del rapporto tra i poteri dello Stato e speso oggetto di discussione quando le inchieste della magistratura coinvolgono esponenti della politica e delle istituzioni.