Introduzione

L’elezione di un’Assemblea costituente per redigere la nuova Costituzione dello Stato italiano fu decisa con il Decreto legge luogotenenziale n. 151 del 25 giugno 1944. Nel 1945, all’indomani della liberazione del paese, vennero istituiti il Ministero della Costituente (il cui compito era quello di approntare i materiali necessari alla redazione della Carta costituzionale) e la Consulta Nazionale (incaricata di disporre le norme per l’elezione dell’Assemblea costituente).
Il 2 giugno 1946 si tenne il referendum istituzionale: a favore della Repubblica si espressero quasi 12 milioni e mezzo di elettori, mentre i sostenitori della Monarchia furono circa 10 milioni e mezzo.
Lo stesso giorno, il 2 giugno 1946, si svolsero le elezioni per l’Assemblea costituente: le prime a suffragio universale. L’esito del voto fu il seguente: Democrazia cristiana 35,20%; Partito socialista di unità proletaria 20,68%; Partito comunista italiano 18,93%; Unione democratica nazionale 6,79%; Fronte dell’Uomo qualunque 5,27%; Partito repubblicano italiano 4,36%; Blocco nazionale della libertà 2,77%; Partito d’Azione 1,45%; Movimento indipendentista siciliano 0,74%; Partito dei contadini d’Italia 0,44%; Concentrazione democratica repubblicana 0,42%; Partito sardo d’azione 0,34%; Movimento unionista italiano 0,31%; Partito cristiano sociale 0,22%; Partito democratico del lavoro 0,18%; Altri 1,90%.
L’Assemblea costituente si riunì per la prima volta il 25 giugno 1946. Gli eletti si suddivisero nei seguenti gruppi parlamentari: Democratico cristiano (209 seggi; la consistenza dei gruppi è calcolata alla fine della Costituente); Comunista (104); Partito socialista italiano (65); Partito socialista lavoratori italiani (49); Repubblicano (25); Liberale (22); Fronte democratico liberale dell’Uomo qualunque (20); Misto (17); Unione nazionale (13); Autonomista (10); Blocco nazionale della libertà (10, ma il gruppo subì diversi mutamenti di composizione); Unione democratica nazionale (9); Democrazia del lavoro (9). Presidente dell’Assemblea venne eletto Giuseppe Saragat (Gruppo Partito socialista lavoratori italiani); dopo le sue dimissioni (febbraio 1947) fu nominato presidente Umberto Terracini (Gruppo Comunista).
L’Assemblea decise di nominare una Commissione per la Costituzione (detta anche «dei 75», dal numero dei suoi componenti), il cui compito era quello di redigere un progetto che sarebbe stato poi esaminato in aula con discussione generale. La Commissione per la Costituzione fu presieduta dall’on. Meuccio Ruini (Gruppo Misto).
A sua volta, la Commissione per la Costituzione si suddivise in tre sottocommissioni: Diritti e doveri dei cittadini (Prima sottocommissione, presieduta dall’on. Umberto Tupini del Gruppo Democratico cristiano); Ordinamento costituzionale della Repubblica (Seconda sottocommissione, presieduta dall’on. Umberto Terracini del Gruppo Comunista), divisa in due sezioni (Potere esecutivo, presieduta da Terracini; Potere giudiziario, presieduta dall’on. Giovanni Conti del Gruppo Repubblicano); Diritti e doveri economico-sociali (Terza sottocommissione, presieduta dall’on. Gustavo Ghidini del Gruppo Partito socialista lavoratori italiani).
L’incarico di redigere materialmente la Costituzione – coordinando tutte le proposte approvate dalle Sottocommissioni e organizzandole in articoli – fu assegnato al Comitato di redazione (detto anche «dei 18»).
L’Assemblea fu convocata per 347 sedute in cui vennero discussi gli articoli del progetto per i quali furono presentati 1663 emendamenti (di cui 314 respinti, 292 approvati e 1057 ritirati o assorbiti). Nel corso dei lavori si iscrissero a parlare 275 deputati per un totale di 1090 interventi.
La Costituzione della Repubblica italiana entrò in vigore il 1° gennaio 1948.