Per contestualizzare
▲ Torna suAgli inizi del 1943 era opinione diffusa tra gli Italiani che la seconda guerra mondiale fosse ormai perduta e che una sua prosecuzione non avrebbe avuto altro effetto che quello di aggravare ulteriormente i già ingenti danni subiti dal Paese. Per rafforzare il regime fascista in crisi di consensi, Benito Mussolini promosse una serie di avvicendamenti nelle più alte cariche dello Stato, sostituendo coloro che reputava ostili alla prosecuzione del conflitto a fianco della Germania con uomini a lui fidati. Ciò spinse il re d’Italia Vittorio Emanuele III a pianificare la destituzione del Duce: il 25 luglio quest’ultimo venne arrestato e rimpiazzato in qualità di primo ministro dal maresciallo Pietro Badoglio. Nel mese di agosto, il nuovo Governo contattò in segreto le forze alleate per stipulare un armistizio: l’accordo prevedeva una vera e propria resa da parte dell’Italia e fu firmato il 3 settembre nella cittadina di Cassibile. Quando entrò in vigore, l’8 settembre 1943, l’Italia cessò le ostilità nei confronti degli Alleati.