L’industria in Italia

Alla fine della Seconda guerra mondiale l’Italia, aderendo alla NATO, riuscì a ottenere gli aiuti del Piano Marshall così che la ricostruzione del Paese andò avanti con rapidità: al restauro delle infrastrutture seguì una vera e propria “rivoluzione” economica che fece dell’Italia una delle nazioni più industrializzate del mondo.

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Le industrie italiane del secondo dopoguerra entrarono con successo sul mercato mondiale e cominciarono a esportare frigoriferi, automobili e macchine da scrivere; ma il miracolo economico che caratterizzò gli anni centrali dello sviluppo economico italiano (1950-1960) aggravò ulteriormente le disuguaglianze tra il Nord industrializzato e il Sud agricolo: lo Stato infatti concesse molti aiuti alla grande industria situata soprattutto a Nord, nel cosiddetto triangolo industriale, fra Torino, Genova e Milano.

Osserva la cartina: a distanza di anni, dove si concentrano maggiormente le industrie italiane?


Nell’Italia meridionale
Nell’area della Pianura Padana
Lungo la costa ionica della Penisola
Nell’Italia insulare

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Oggi il settore trainante dell’industria italiana è quello dell’automobile (la Fiat rimane una protagonista del mercato europeo e mondiale), ma non sono di meno la produzione navale e quella di elettrodomestici e di macchine utensili. Diverse sono le sorti del settore siderurgico e petrolchimico: la produzione siderurgica italiana non è più competitiva per gli alti costi rispetto a quella degli altri Stati. Notevole importanza stanno acquistando le piccole e medie imprese a discapito delle grandi; la loro diffusione a macchia d’olio sul territorio è stata tale da spingere gli studi a parlare di veri e propri “distretti industriali”.

Osserva la cartina: man mano che si scende verso il Sud dell’Italia, la concentrazione di industrie si dirada sempre più. Ma quale tipologia di industria è maggiormente diffusa?


Industria automobilistica
Industria aeronautica
Industria chimica e petrolchimica
Industria navale

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L’11 luglio 1899 a Torino viene fondata la “Società Anonima Fabbrica Italiana di Automobili” su iniziativa del cavalier Giovanni Agnelli e di altri nobiluomini accomunati dalla passione per i motori. Passano pochi mesi e la ragione sociale diventa Fabbrica Italiana Automobili Torino: ecco, dunque, la sigla Fiat. Il primo stabilimento dell’azienda viene inaugurato nel 1900, ma solo nel 1916 comincia la costruzione della fabbrica del Lingotto, che entra in funzione nel decennio successivo, con l’inaugurazione della linea di montaggio: sono i primi passi verso una produzione di massa. Dopo la crisi dovuta alla Seconda guerra mondiale, il gruppo è protagonista del miracolo economico italiano: la struttura industriale sarà destinata a rafforzarsi, con nuove fabbriche aperte in tutto il mondo. Oggi, grazie anche all’acquisizione del marchio statunitense Chrysler, la Fiat vanta una posizione da primato europeo e mondiale nel settore automobilistico.
Il video che ti proponiamo ripercorre la storia della nascita e dei primi anni di attività dell’industria torinese.
Clicca qui per visualizzare il video.

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Anche in Italia è in forte crescita la tendenza a delocalizzare la produzione all’estero laddove è conveniente per condizioni fiscali e costo della manodopera. Dopo aver spiegato che cosa si intende con il termine delocalizzazione, fai una ricerca su quali imprese italiane hanno spostato la loro produzione all’estero e in quale parte del mondo.