Gli scontri tra Greci e Persiani

I Persiani, stanziatisi nell’attuale Iran meridionale, nel 550 a.C. riuscirono a liberarsi dalla dominazione dei Medi grazie al re Ciro il Grande e al figlio Cambise, fondando un vasto impero esteso dall’Egeo all’India. Dopo morte di Cambise e un successivo periodo caratterizzato da disordini sociali, le redini dell’impero furono prese da Dario I, cadetto della dinastia achemenide. La capacità di tenere unita un’entità territoriale così vasta è da ricercare nella capillare organizzazione amministrativa, nell’incentivazione del commercio e delle infrastrutture, di un atteggiamento di tolleranza e della diffusione del persiano come lingua comune.

Leggi

▲ Torna su

Nel 499 a.C. Mileto, la più fiorente città greca fondata sulle coste dell’Asia Minore e conquistata dall’impero Persiano, si ribellò a quest’ultimo. Mileto chiese aiuto alle altre città greche, ma solo Atene ed Eretria mandarono aiuti, ma le forze in campo erano impari: gli Ateniesi abbandonarono e nel 494 a.C. Mileto fu riconquistata da Persiani e rasa al suolo. Nel 490 a.C. Dario, spinto da un desiderio di conquista e di vendetta, distrusse Eretria e si diresse verso Maratona a 42 Km da Atene. I Greci non riuscirono a organizzare un fronte comune di difesa: alcune città dell’Egeo settentrionale e della Tracia si sottomisero ai Persiani sperando di ridurre l'ira di Dario. Ma grazie alla maestria di Milziade, Atene inferse una schiacciante sconfitta ai Persiani a Maratona.

Individuare sulla carta i territori greci sottomessi ai Persiani e quelli invece che si allearono tra loro per contrastare l’avanzata persiana.

Territori greci sottomessi ai Persiani
Territori alleati greci

Rifletti

▲ Torna su

Sebbene i Persiani fossero stati sconfitti, Atene non poteva considerarsi al sicuro, per questo motivo cominciò a costruire 200 navi dette triremi e a realizzare il porto di Pireo che potesse resistere ad un attacco per via mare. Nel 480 a.C. il re persiano Serse decise di attaccare sia per terra che per mare la Grecia; i Greci, intanto, si riunirono in una coalizione militare. Il re spartano Leonida cercò di difendere strenuamente il passo delle Termopili, ma fu sconfitto. L’ateniese Temistocle allora decise di evacuare Atene e deviare con uno stratagemma lo scontro frontale a Salamina, sul mare, dove i Persiani subirono di nuovo la supremazia ateniese. Nel 479 a.C. Serse ritornò in Persia e le flotte persiane furono definitivamente sconfitte.

Ma quali furono le due battaglie decisive per la sconfitta dei Persiani? Osserva la cartina e rispondi


Termopili e Salamina
Maratona e Salamina
Platea e Micale
Mileto e Salamina

Approfondisci

▲ Torna su
Consolidato sulla Tracia e la Macedonia Serse decise di sistemare una volta per tutte i ribelli greci, offrendogli inizialmente un'occasione per sottomettersi senza combattere. Gli ambasciatori persiani chiesero simbolicamente “terra e acqua” in segno di obbedienza. La risposta fu ovviamente negativa: ad Atene i diplomatici furono costretti a subire un processo a cui seguì la loro esecuzione; a Sparta il supplizio arrivò senza neppure un processo. Era la guerra. La notizia dell’attacco persiano arrivò inaspettata per i Greci: erano le olimpiadi e a Sparta si stavano festeggiando le Carnee, feste celebrate in onore di Apollo Carneio e durante le quali era considerato sacrilegio scendere in battaglia. Tuttavia la situazione sembrò fin da subito molto critica per questo motivo Leonida, re di Sparta, con i suoi 300 uomini, membri della scorta reale, partì alla volta del passo delle Termopili, una strettoia dove il vantaggio numerico persiano non avrebbe contato molto, consentendo alla Grecia di organizzarsi in una difesa efficace. Dopo le prime di vittorie per l’esercito spartano, la sconfitta non tardò ad arrivare: un uomo di Trachis di nome Efialte, rivelò all’esercito invasore l’esistenza di un sentiero protetto dagli spartani. Le truppe poste a difesa del passo arretrarono lasciando libero il passaggio e facendo in modo così che l’esercito spartano venisse accerchiato. Questa rivelazione fu decisiva per la sconfitta degli uomini capeggiati da Leonida, i quali si sacrificarono per permettere ai Greci di ritirasi verso Sud. Il video che ti proponiamo è una cronaca delle tre giornate del 480 a.C. che videro protagonisti i 300 uomini di Leonida e gli alleati greci contro il numeroso esercito persiano.
Clicca qui per visualizzare il video.

Discuti

▲ Torna su

Nell’Età antica non furono rare le occasioni di incontri tra culture diverse e probabilmente le acque del Mediterraneo rappresentarono un punto di congiunzione tra gli aspetti economici, religiosi, politici e culturali delle diverse civiltà. Tale confronto però spesso portava a far sì che alcune popolazioni si potessero sentire superiori rispetto alle altre, basti guardare i Greci che erano convinti della loro superiorità culturale ed esaltavano la loro cultura come la più ricca, completa e giusta tra quelle esistenti. Questo portò alla formulazione dell’idea che chi non apparteneva al mondo greco fosse inferiore. Nasceva proprio in quegli anni il concetto di “barbaro”, che sta a indicare chi, non sapendo parlare la lingua ellenica, sembrava balbettare emettendo suoni rozzi. Anche oggi il termine “barbaro” indica una persona incivile, che non condivide il nostro pensiero e che, provenendo da un altro Paese, ha una cultura differente dalla nostra. L’atteggiamento di chiusura porta però alla nascita di discriminazioni razziali. L’Italia è un Paese che al suo interno ospita diverse minoranze etniche e linguistiche e verso le quali è stata varata dal Parlamento una legge per la “tutela delle minoranze linguistiche”. Dopo aver fatto una ricerca sulle altre etnie presenti sul territorio italiano, spiega qual è l’atteggiamento dell’Italia nei confronti di queste minoranze e se si può parlare del popolo italiano come un popolo razzista.