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Articolo 35

La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.
Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori.
Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.
Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse generale, e tutela il lavoro italiano all’estero.

Che cosa significa? Il primo comma dell’art. 35 introduce la cosiddetta “Costituzione economica” mediante una forte affermazione del principio di tutela del lavoro; i tre commi successivi hanno lo scopo di attuare tale affermazione.
Il secondo comma impegna la Repubblica a curare “la formazione e l’elevazione professionale” dei lavoratori, per garantire a ciascuno la possibilità di svolgere un’attività in linea con le proprie capacità e aspirazioni.
Con il terzo comma l’Italia si impegna a promuovere una legislazione sovranazionale del lavoro, volta a tutelare i lavoratori italiani all’estero e, reciprocamente, i lavoratori stranieri in Italia.
Con il quarto comma si esprime la volontà di tutelare il lavoro italiano all’estero attraverso la firma di accordi in grado di garantire ai lavoratori italiani un pari trattamento retributivo e pari garanzie sociali rispetto ai cittadini dei Paesi ospitanti.

Ma perché...? Terra di emigrazione per circa un secolo, l’Italia del dopoguerra aveva necessità di tutelare i lavoratori italiani che si recavano all’estero. Oggi la situazione è ben diversa, per due ragioni. Innanzitutto all’interno della Unione Europea il cittadino italiano non ha più bisogno di particolari garanzie, ma è equiparato a un lavoratore del Paese in cui emigra. In secondo luogo, l’emigrazione per lavoro è oggi quantitativamente meno rilevante che qualche decennio fa e spesso riguarda personale qualificato che in Italia non trova adeguate prospettive. Viceversa l’Italia è diventata, già nel corso degli anni Novanta, terra di immigrazione. Lo straniero extracomunitario regolare è di fatto equiparato a un lavoratore italiano e gode dei suoi stessi diritti: i casi di sfruttamento che emergono nella cronaca sono spesso legati a un contesto più ampio di illegalità, che coinvolge la clandestinità e il lavoro nero.

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