Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.
L’assistenza privata è libera.
Che cosa significa? L’art. 38 è uno dei cardini dell’idea di “Stato sociale” (“Welfare State”, in inglese). Il sistema di sicurezza sociale prevede due canali di attuazione: l’assistenza e la previdenza.
Il diritto all’assistenza è attualmente disciplinato dalla legge n. 328 del 2000, che definisce il sistema dei servizi sociali e l’insieme delle attività che hanno lo scopo di rimuovere ostacoli e superare le situazioni di bisogno in cui le persone possono incorrere (disoccupazione, malattia, infortuni).
Quanto alla previdenza, i lavoratori hanno diritto alle prestazioni previdenziali (ovvero alla pensione) sulla base di un meccanismo di accantonamento di una parte del reddito, che i datori di lavoro versano agli istituti previdenziali. Di fatto, oltre a pagare le tasse, il lavoratore alimenta la sua futura pensione.
Dal 1969 è stata istituita la pensione sociale (oggi, assegno sociale) a totale carico dello Stato: essa è destinata alle persone con più di 65 anni di età e con redditi inferiori ai limiti stabiliti dalla legge.
Ma perché...? Lo Stato sociale previsto da questo articolo è stato costruito con lentezza del corso dei decenni ed è costantemente al centro di dibattiti e riforme. Anche se alimentato dalle tasse, lo Stato sociale ha costi elevati che sono difficili da reggere: perciò, non solo in Italia ma in tutti i Paesi occidentali, si discute su come riformarlo. Quando periodicamente si sente parlare di riforma delle pensioni, riforma della cassa integrazione, revisione delle norme per i sussidi di disoccupazione ecc., la discussione verte su come ridurre i costi dello Stato sociale a fronte della necessità di mantenere le prestazioni erogate.
Uno dei nodi centrali riguarda le prestazioni sanitarie e le pensioni riservate agli anziani: l’aumento dell’età media degli Italiani è in sé un fatto positivo, ma con il procedere dell’età aumentano i problemi di salute che vanno curati e il numero di anni in cui viene versata una pensione. È una questione di difficile soluzione, i cui rimedi, da verificare negli anni a venire, sono stati l’aumento dell’età pensionabile (si va più tardi in pensione) e la riduzione dell’importo della pensione, stimolando i lavoratori a sottoscrivere pensioni “private” con banche e assicurazioni o associazioni di categoria.