Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano.
Che cosa significa? Questo articolo stabilisce la legittimità del diritto di sciopero. Di conseguenza la Corte costituzionale ha dovuto dichiarare illegittimi gli articoli del Codice penale approvato nel 1930 dal regime fascista che punivano severamente lo sciopero per “fini contrattuali”, “non contrattuali” e “di coazione alla pubblica autorità”, ovvero lo sciopero “volto ad ottenere o impedire un intervento su materie di immediato interesse per il mondo del lavoro subordinato”.
Chi può scioperare? Il diritto di sciopero è, come ha stabilito la Corte costituzionale, un “diritto individuale ad esercizio collettivo”, la cui titolarità è attribuita ai “soggetti contrattualmente deboli”: i lavoratori subordinati, i dipendenti pubblici e i lavoratori autonomi parasubordinati. La Corte costituzionale ha escluso il riconoscimento del diritto di sciopero per i liberi professionisti e ha affermato la legittimità di stabilire alcuni limiti riguardanti i militari nonché gli appartenenti alla Polizia di Stato e a quella penitenziaria.
Ma perché...? A che cosa serve uno sciopero? Uno sciopero dei mezzi pubblici crea disagi a tutti coloro che devono prendere l’autobus o il treno; lo sciopero dei dipendenti di un’azienda causa ritardi nei tempi di lavorazione; lo sciopero degli impiegati pubblici impedisce al cittadino di ottenere documenti, certificati ecc.; si potrebbe pensare che lo sciopero danneggi molte persone e che non abbia nulla a che vedere con il confronto tra lavoratori e azienda (pubblica e privata).
Eppure gli scioperi sono strumenti di uso frequente nel confronto tra lavoratori e datori di lavoro. Lo sciopero determina un danno economico per l’azienda e una perdita di retribuzione per il lavoratore, perché le ore o i giorni di sciopero non vengono retribuiti: è dunque uno strumento per costringere l’azienda a rivedere le proprie scelte e per il cui uso il lavoratore compie un sacrificio. Lo sciopero fa emergere l’importanza che un certo tema riveste per i lavoratori, attira l’attenzione dell’opinione pubblica, permette ai sostenitori di certe posizioni di “contarsi” (da qui la sempre accesa diatriba sui numeri dei partecipanti agli scioperi).