La guerra del Peloponneso

La fine delle Guerre persiane vide vittoriose le città di Atene e Sparta, ma mentre quest’ultima rinunciò a qualsiasi attività espansionistica, concentrandosi soprattutto sulla conservazione del predominio nel Peloponneso, Atene assunse il ruolo di città-guida nella Lega delio-attica, stabilendo un rapporto di apparente parità con gli alleati, detenendo però un evidente ruolo di supremazia.

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Il crescente peso politico di Atene poteva portare a uno scontro con Sparta; per questo motivo risultò necessario proteggere la città attraverso la costruzione di un tracciato difensivo, le cosiddette Lunghe Mura, che univano Atene al suo porto, il Pireo. Conseguenza di ciò fu un raffreddamento dei rapporti tra le due città. Nel frattempo ad Atene il potere era detenuto dal partito democratico, capeggiato da Pericle, che dominò la scena politica per più di trent’anni apportando modifiche radicali alle proprie istituzioni democratiche: con l’istituzione dell’indennità a coloro che rivestivano cariche pubbliche, la partecipazione della popolazione nei processi di decisione democratica aumentò. Sotto la guida di Pericle Atene e le città della Lega raggiunsero il massimo splendore in campo politico, economico e culturale.

La cartina mostra i territori appartenenti alla Lega delio-attica. Quali attuali nazioni comprendevano?

Grecia, Macedonia
Grecia, Turchia
Grecia, Bulgaria
Grecia, Albania

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La volontà degli ateniesi, guidati da Pericle, di affermare la propria egemonia sui Greci, portò allo scontro tra Sparta e Atene nella cosiddetta Guerra del Peloponneso (431 a.C.-404 a.C.). I motivi del conflitto furono diversi, ma quello scatenante fu l’esclusione dai porti e dai mercati della Lega delio-attica della città di Megara, alleata di Sparta. Quest’ultima ritenne ciò inaccettabile, accusando Atene di aver violato la pace stipulata nel 446 a.C. e muovendo perciò guerra. In una prima fase della guerra i due contendenti ottennero notevoli successi, giungendo a una pace di compromesso (Pace di Nicia, 421 a.C.) che impegnava Sparta e Atene a una tregua cinquantennale. Nel 418 a.C. però tale accordo venne meno e si aprì la seconda parte del conflitto che si rivelò disastroso per gli Ateniesi che dopo la sconfitta a Mantinea, persero l’intera flotta nel tentativo di assoggettare la Sicilia. Con l’occupazione della piazzaforte di Decelea ebbe inizio la terza e ultima fase del conflitto, che culminò con la sconfitta definitiva di Atene a Egospotami. Nel frattempo un colpo di Stato oligarchico ad Atene instaurò un governo aristocratico, detto dei Trenta tiranni.

Osservando la cartina, quali tra queste città e isole erano alleate di Sparta?

Corfù, Tebe, Lesbo
Tebe, Corinto, Zacinto
Megara, Corinto, Cythera
Decelea, Corfù, Delo

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Nel clima difficile della guerra e della sconfitta a Mantinea, Atene, sotto la guida di Alcibiade, si impegnava in una nuova conquista territoriale, accogliendo la richiesta di Segesta, città siciliana alleata di Atene, in lotta contro Siracusa, alleata di Sparta. Tuttavia a causa dello scandalo delle Erme, Alcibiade fu sostituito da Nicia, che sotto la sua cauta guida, riuscì a bloccare la città siciliana per mare e per terra. Ormai la vittoria sembrava essere vicina, quando un contingente spartano riuscì a penetrare in città e a rianimare la resistenza. Perso il dominio sul mare e fallito l’attacco via terra, gli Ateniesi si ritirano a Catania per salvare l’esercito e riprogrammare un nuovo attacco, ma un’eclissi di luna viene interpretata dagli indovini come cattivo presagio e a Nicia viene consigliato di ritardare la partenza di un mese. Si trattò però di un indugio fatale, perché i Siracusani riuscirono a bloccare la flotta ateniese nel porto sconfiggendola.
Il video che ti proponiamo ripercorre proprio il momento in cui la grande spedizione militare ateniese verso Occidente viene sconfitta. Disfatta questa dolorosa e umiliante, l’inizio della fine per la città di Atene.

Clicca qui per visualizzare il video.

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L'allargamento della partecipazione alla vita pubblica, e quindi lo scambio critico delle idee divenne il fulcro non solo della società ateniese guidata da Pericle, ma anche di quelle che in futuro avrebbero scelto la via della democrazia.
Oggi, alla libertà di opinione corrisponde un’altrettanta libertà di stampa, in quanto ogni persona ha il diritto di farsi liberamente una propria opinione su quanto accade nel proprio Paese. Purtroppo però non sempre queste libertà sono tutelate uniformemente in tutti i Paesi del mondo, come si evince dalla cartina. La Costituzione italiana dedica un articolo alla libertà di stampa, l’articolo 21 che cita testualmente: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Ma negli altri Paesi quali sono le disposizioni dei governi in relazione a ciò? Osservando la cartina scegli un Paese in cui l’informazione è libera e uno dove non lo è affatto e fai una breve ricerca su come gli individui si destreggiano nel campo dell’opinione pubblica.