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Articolo 132

Si può, con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione di abitanti, quando ne facciano richiesta tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse.
Si può, con l’approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Provincie e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione e aggregati ad un’altra.

Che cosa significa? Numero, dimensioni e confini delle Regioni possono attraverso la nascita di nuove Regioni per fusione o separazone e il passaggio di Comuni e Province da una Regione all'altra.
L’art. 132 – modificato con legge costituzionale del 18 ottobre 2001 – regolamenta tre ipotesi di variazione territoriale: la fusione di due (o più) Regioni; la creazione di una nuova Regione; il distacco (o l’aggregazione) di Comuni e Province da una Regione a un’altra.
La dottrina sta ancora discutendo alcuni aspetti normativi:

  1. non è chiaro se il requisito del milione di abitanti imposto per la nuova Regione da istituire si debba applicare anche alla Regione o alle Regioni che subiscono la sottrazione territoriale;
  2. esistono dubbi di legittimità costituzionale delle norme che non «prevedono una valorizzazione distinta dell’esito referendario nelle due Regioni coinvolte dalla fusione, al fine di evitare prevaricazioni delle volontà popolare dell’una Regione sull’altra»;
  3. sussistono, poi, dubbi di legittimità costituzionale circa le norme che, con riferimento all’ipotesi di creazione di una nuova Regione, non limitano il referendum : alle «popolazioni direttamente interessate alla variazione territoriale», ma lo estendono all’«intero territorio regionale».

Ma perché...? Le ragioni che inducono a una modificazione dell'assetto di una Regione sono diverse e possono variare da considerazioni storico-culturali a valutazioni di vantaggio economico-amministrativi.
Negli ultimi anni anni diversi Comuni hanno richiesto il passaggio da una Regione a un'altra, ma l'iter burocratico è piuttosto lungo e in alcuni casi è ancora in corso, in altri sospeso. Un caso andato a buon fine risale a pochi anni fa. Nel 2009 un gruppo di sei comuni dell'Alta Valmarecchia, nelle Marche, ottiene il passaggio alla Regione Emilia-Romagna, motivato da un sentimento di appartenenza alla Romagna. Le Marche si erano opposte a questo trasferimento, ma la Corte Costituzionale ha rigettato il loro ricorso.

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