Si può, con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione di abitanti, quando ne facciano richiesta tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse.
Si può, con l’approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Provincie e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione e aggregati ad un’altra.
Che cosa significa? Numero, dimensioni e confini delle Regioni possono attraverso la nascita di nuove Regioni per fusione o separazone e il passaggio di Comuni e Province da una Regione all'altra.
L’art. 132 – modificato con legge costituzionale del 18 ottobre 2001 – regolamenta tre ipotesi di variazione territoriale: la fusione di due (o più) Regioni; la creazione di una nuova Regione; il distacco (o l’aggregazione) di Comuni e Province da una Regione a un’altra.
La dottrina sta ancora discutendo alcuni aspetti normativi:
Ma perché...? Le ragioni che inducono a una modificazione dell'assetto di una Regione sono diverse e possono variare da considerazioni storico-culturali a valutazioni di vantaggio economico-amministrativi.
Negli ultimi anni anni diversi Comuni hanno richiesto il passaggio da una Regione a un'altra, ma l'iter burocratico è piuttosto lungo e in alcuni casi è ancora in corso, in altri sospeso. Un caso andato a buon fine risale a pochi anni fa. Nel 2009 un gruppo di sei comuni dell'Alta Valmarecchia, nelle Marche, ottiene il passaggio alla Regione Emilia-Romagna, motivato da un sentimento di appartenenza alla Romagna. Le Marche si erano opposte a questo trasferimento, ma la Corte Costituzionale ha rigettato il loro ricorso.