Ai fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazione di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.
Che cosa significa? L’articolo si occupa della collettivizzazione delle imprese, ovvero del trasferimento della proprietà e della gestione di un’azienda a una collettività o a un ente pubblico. La proprietà può essere trasferita allo Stato (“statizzazione”), a una Regione (“regionalizzazione”) o a un Comune (“municipalizzazione”), oppure a un ente pubblico (“nazionalizzazione”) o a una comunità di lavoratori (“socializzazione”).
Il trasferimento di proprietà è soggetto al rispetto di tre condizioni: deve avere un fine di utilità generale (ad es. quello di impedire che i privati possano esercitare la propria influenza su interi settori economici), deve avere un carattere di preminente interesse generale (ad es. può riguardare imprese che operano nei servizi pubblici essenziali, nel settore energetico e in regime di monopolio) e deve dare un indennizzo per i trasferimenti che avvengono mediante l’espropriazione. Circa l’indennizzo, la giurisprudenza sostiene che deve essere effettivo, ma anche che può non equivalere al valore del bene espropriato.
Ma perché...? Con questo articolo lo Stato o gli enti locali possono rendere pubbliche le aziende e le attività che per qualche ragione risultano strategiche e di interesse generale. In passato, il passaggio dalla gestione privata a quella pubblica è stato un modo per unificare le reti ferroviarie, per creare un sistema integrato di produzione e distribuzione dell’energia, per rilanciare settori produttivi ecc.; oggi è in corso invece la tendenza opposta, ossia la privatizzazione dei beni e delle aziende pubbliche. La collettivizzazione rispondeva all’esigenza dello Stato di controllare i settori fondamentali della vita di un Paese; la privatizzazione risponde invece alla logica della produttività: si ritiene che in mani private un’azienda venga gestita meglio, sia più efficiente e realizzi maggiori guadagni.
In molti campi lo Stato ha detenuto per anni il monopolio, ossia era l’unico soggetto a gestire un certo tipo di attività. Tra i vari casi, i più noti sono quelli delle telecomunicazioni: qualche decennio fa esisteva solo la Sip, mentre oggi esistono varie società con cui si possono sottoscrivere abbonamenti telefonici.