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Articolo 48

Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tal fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.

Che cosa significa? L’art. 48 sancisce il principio dell’universalità del suffragio e inserisce la Repubblica italiana fra gli ordinamenti a vocazione democratico-pluralista, perché vieta tutte le forme di discriminazione fondate sul censo, sull’istruzione e sul sesso.
Il diritto di voto è garantito a tutti i cittadini in possesso della cittadinanza formale e dotati della capacità di agire, vale a dire a tutti i cittadini che hanno compiuto la maggiore età.
Il secondo comma enuncia le garanzie per l’esercizio democratico del voto, individuate da tre principi: quello di personalità (il voto deve essere espresso in prima persona), quello di uguaglianza (tutti i voti espressi hanno “uguale peso e valore”), quello di libertà e segretezza (il voto è veramente libero quando nessuno può conoscerlo).
Quanto ai cittadini italiani residenti all’estero, nel 2000 è stata approvata una legge costituzionale che garantisce loro l’effettività del voto: essi eleggono, in una speciale circoscrizione denominata “Estero”, 12 deputati e 6 senatori.

Ma perché...? Il suffragio universale è oggi una realtà, ma ha seguito un percorso scandito da molte tappe tra Ottocento e Novecento. Di fatto in Italia solo con la fine del fascismo il diritto di voto è stato esteso a tutti i cittadini adulti, uomini e donne. La Costituzione stabilisce l’uguaglianza del valore del voto: il voto di una persona abbiente non conta di più del voto di un disoccupato; il voto di uno scienziato conta tanto quanto quello di un analfabeta. In questo modo viene sancito un elemento di reale eguaglianza tra i cittadini. Perché il diritto di voto possa essere effettivamente esercitato, la segretezza è un requisito indispensabile: grazie a essa, il cittadino è libero da costrizioni e condizionamenti.
Che cosa significa che il voto è un dovere civico? Questa indicazione segnala che tutti i cittadini devono partecipare alla sorte del Paese. Fino a qualche decennio fa, la mancata partecipazione era registrata in alcuni documenti pubblici: oggi ogni sanzione in proposito è stata eliminata, così come l’indicazione dell’obbligatorietà di partecipazione nelle leggi elettorali.

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