Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è improntato a criteri di progressività.
Che cosa significa? L’art. 53 afferma che chiunque (anche gli stranieri e gli apolidi) svolga un’attività lavorativa ha il dovere di pagare le tasse: si tratta di un dovere di solidarietà, in quanto il pagamento dei tributi è indispensabile per rendere effettive le protezioni sociali.
Il sistema tributario – cioè l’insieme delle leggi concernenti i tributi – deve seguire un criterio di progressività: la percentuale della retribuzione da versare al fisco, definita aliquota d’imposta, deve essere minore per le persone con i redditi più bassi e maggiore per quelle che percepiscono emolumenti elevati; quanto più si guadagna, tanto più si paga.
Ma perché...? Benché nessuno le ami, le tasse sono necessarie a tutti: è solo con il pagamento delle tasse che lo Stato ha le risorse per pagare i dipendenti e i servizi pubblici. Senza le tasse non potrebbe esistere lo Stato come lo conosciamo.
Trovare il giusto equilibrio tra tasse e servizi non è facile. Nei Paesi come gli Stati Uniti dove la tassazione è inferiore alla nostra, i cittadini devono spesso pagare di tasca propria servizi che invece in Italia sono gratuiti o pagati solo parzialmente (in particolare i servizi sanitari), oppure devono sottoscrivere un contratto con un’assicurazione privata che pagherà le spese nel momento di necessità.
In Italia esiste un grave problema fiscale dovuto alla presenza di un numero significativo di evasori, ovvero di persone che non pagano (del tutto o in parte) i tributi pur essendo tenuti a farlo: ciò finisce per sottrarre notevoli risorse economiche allo Stato, che è costretto ad aumentare la pressione fiscale.