Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.
I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.
Che cosa significa? Il dovere di fedeltà alla Repubblica stabilito dall’Assemblea costituente ha l’obiettivo di tutelare la forma istituzionale repubblicana; a tal proposito non bisogna dimenticare che, nell’ultimo scorcio degli anni Quaranta, i monarchici erano ancora assai numerosi.
Un cittadino dimostra la sua fedeltà alla Repubblica rispettando i principi democratici, tenendo comportamenti conformi alla Costituzione e alle leggi, e non danneggiando lo Stato italiano nelle relazioni con gli altri Paesi (un cittadino non deve rivelare segreti di cui può essere a conoscenza e non deve impegnarsi in attività di spionaggio).
Ai cittadini che ricoprono cariche pubbliche e ai lavoratori pubblici, lo Stato chiede un “supplemento di fedeltà” attraverso un giuramento “promissorio”, cioè che obbliga mediante una promessa.
Ma perché...? Come altri articoli di questa sezione, anche l’art. 54 esprime con particolare fervore l’idea di un dovere morale. Parole come “disciplina e onore” possono sembrarci l’eco di un mondo lontano, così come quella del giuramento è una pratica ormai in disuso; eppure esse ci suggeriscono una riflessione importante: gli aspetti comportamentali e di serietà professionale sono fondamentali nello svolgimento di una funzione pubblica, che non può esaurirsi nel puro e semplice espletamento di un compito. Un dipendente pubblico è in qualche modo una delle “facce” con cui lo Stato si rivolge ai cittadini.