Le Camere si riuniscono di diritto il primo giorno non festivo di febbraio e di ottobre.
Ciascuna Camera può essere convocata in via straordinaria per iniziativa del suo Presidente o del Presidente della Repubblica o di un terzo dei suoi componenti.
Quando si riunisce in via straordinaria una Camera, è convocata di diritto anche l’altra.
Che cosa significa? L’articolo indica le occasioni nelle quali le Camere sono convocate di diritto: il primo giorno non festivo di febbraio e di ottobre (per evitare una paralisi delle attività parlamentari); il giorno del loro insediamento; quando una delle due Camere è convocata in via straordinaria.
La condizione essenziale per la convocazione delle Camere è rappresentata dalla diramazione dell’ordine del giorno e del calendario dei lavori.
Quanto alla convocazione straordinaria, la dottrina ha discusso molto sulla prerogativa riservata al Presidente della Repubblica, sino a oggi mai esercitata: secondo gli orientamenti più recenti, questa prerogativa è una funzione presidenziale poiché si configura “come un’ulteriore ed ultima soluzione nelle ipotesi in cui vi sia una potenziale crisi del sistema dovuta ad un’anomala inattività delle Camere non risolta al loro interno”.
Ma perché...? Quelli indicati sopra non sono gli unici casi in cui le Camere vengono convocate. Inoltre, l’attività all’interno delle Camere non esaurisce il lavoro dei parlamentari. Prima di arrivare a una delle due Camere, un disegno di legge viene dibattuto ed elaborato in apposite commissioni formate dai parlamentari; l’attività delle commissioni si estende anche ad altri casi: l’analisi di eventi, il controllo dell’operato degli enti dello Stato, le audizioni di persone a conoscenza di fatti importanti ecc. Nelle Camere le leggi vengono dibattute, approvate, respinte o modificate. In una delle due Camere, inoltre, ministri e Presidenti del Consiglio tengono discorsi con i quali spiegano particolari situazioni. È possibile rendere più efficiente l’attività delle Camere? Il Parlamento italiano è spesso accusato di essere lento e poco produttivo; su questo incidono però più i regolamenti del Parlamento e le prassi politiche, che le norme costituzionali.