Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione.
Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata.
Che cosa significa? Questo articolo integra il precedente, spiegando il ruolo del Presidente della Repubblica rispetto alla promulgazione delle leggi. L’art. 74 tuttavia non esplicita quali possano essere le ragioni che rendano legittimo, quando non doveroso, il rinvio delle leggi da parte del Presidente della Repubblica. La dottrina ha finito per individuare due ragioni di rinvio: 1) i “vizi di legittimità”, tra i quali specialmente quello concernente la violazione dell’obbligo di copertura finanziaria (una legge deve sempre prevedere le necessarie risorse finanziarie); 2) le “ragioni di merito”, ossia questioni sostanziali che possono finire per pregiudicare il buon funzionamento della Costituzione.
Sulla base di queste linee guida, il Presidente della Repubblica ha il compito di controllare l’applicabilità delle leggi (hanno fondi a sufficienza? Entrano in conflitto con norme costituzionali?), senza pronunciarsi in alcun modo sul loro contenuto.
Ma perché...? Il rinvio delle leggi per “ragioni di merito” è divenuto una prassi estesa, per la prima volta nella storia della Repubblica, durante la presidenza di Cossiga (1985-92). Particolarmente significativo è stato il mandato presidenziale di Ciampi (1999-2006), le cui decisioni in materia di rinvio sono state improntate a una vera e propria azione di contrasto esercitata in opposizione a provvedimenti contenenti norme interpretabili come incostituzionali, vale a dire contrarie ai principi della Costituzione: fra questi provvedimenti, vi sono state leggi molto importanti quali quelle sul riassetto del sistema televisivo e sull’ordinamento giudiziario.
Questi esempi ci mostrano come il ruolo del Presidente della Repubblica sia per certi versi mutato nel tempo, in base anche alla personalità del Presidente, e sia stato in certi frangenti recenti molto più incisivo che in passato. Negli ultimi anni è stata coniata anche la formula “Governo del Presidente”, per indicare un Governo la cui formazione è guidata dal Presidente della Repubblica, senza che questo svuoti però il Parlamento della sua funzione e dei suoi poteri.