Le Camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali che sono di natura politica, o prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari, o importano variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di leggi.
Che cosa significa? L’art. 80 stabilisce il ruolo del Parlamento rispetto ai trattati internazionali, cioè agli atti con cui uno Stato afferma la propria adesione a un accordo sovranazionale, e indica i casi in cui la ratifica dei trattati internazionali è subordinata all’autorizzazione da parte del Parlamento: se possono determinare una condanna dello Stato, aggravarne il bilancio finanziario, determinarne una modifica territoriale, influenzarne la politica estera e l’ordinamento legislativo.
Generalmente l’art. 80 è stato applicato in senso restrittivo, ovvero è prevalsa la tendenza a ridimensionare l’intervento parlamentare: spesso infatti – secondo una prassi accettata nel diritto internazionale – gli accordi internazionali sono stati firmati “in forma semplificata”, cioè dai rappresentanti del Governo senza la ratifica del Capo dello Stato.
Ma perché...? In materia di politica estera, il rapporto tra Governo e Parlamento è complesso: spesso infatti i rappresentanti del Governo devono prendere decisioni o stabilire accordi senza la possibilità di consultare il Parlamento o di rispettare i tempi delle sue decisioni.
La dottrina tende a considerare l’intervento parlamentare che anticipa la firma di un trattato internazionale una “espressione della funzione di controllo del Parlamento sull’esecutivo”. Secondo un altro indirizzo, invece, l’intervento parlamentare è un atto di indirizzo politico in quanto “esprimerebbe la partecipazione del Parlamento alla formazione del consenso dello Stato all’atto internazionale”.
Il potere estero non è solo dello Stato, ma anche delle Regioni: esse possono firmare con uno Stato estero degli accordi e possono applicare gli accordi presi tra gli Stati; tali accordi possono essere di natura tecnico-amministrativa, o finalizzati a favorire lo sviluppo economico, sociale e culturale.