Le Camere approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.
L’esercito provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.
Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese.
Ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte.
Che cosa significa? L’articolo affronta uno dei temi più delicati della politica, quello delle spese dello Stato. Se l’attività finanziaria è una prerogativa del Governo, il Parlamento ha però il compito di controllare la gestione delle risorse pubbliche: come se fosse un’azienda, lo Stato deve infatti presentare un bilancio, ossia un rendiconto delle spese e delle entrate, che deve essere approvato.
Norme successive hanno stabilito che il Governo deve presentare a ciascuna Camera, per l’approvazione, un documento di programmazione economica e finanziaria (D.P.E.F.), nel quale indicare gli obiettivi economici prefissati: previsione delle entrate e delle spese, criteri per la formazione dei bilanci annuale e pluriennale ecc.
Fondamentale è inoltre la legge finanziaria, una legge ordinaria che rappresenta (insieme alla legge di bilancio) il principale strumento per disciplinare la vita economica della Repubblica.
Ma perché...? Il Parlamento non può decidere tutto ciò che vuole in materia economica: tra i vari vincoli, è importante segnalarne uno di cui si sente parlare spesso negli ultimi anni. Dopo l’approvazione del trattato di Maastricht, in vigore dal 1993, i bilanci dello Stato devono rispettare i parametri indicati dall’Unione Europea: il disavanzo pubblico, cioè le spese non coperte, non deve superare il 3% del P.I.L., il prodotto interno lordo; il debito pubblico non può essere superiore al 60% del P.I.L.; l’inflazione, cioè la misura del costante aumento dei prezzi, non può eccedere di oltre l’1,5% il tasso medio calcolato sui tre Paesi con l’inflazione più bassa.
Ma in questo modo non viene meno la sovranità del Parlamento, che è limitata da un’istituzione diversa? In effetti sì, ma l’Italia ha aderito consapevolmente al trattato di Maastricht, con i vantaggi e gli svantaggi che ne derivano.