Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale.
Può inviare messaggi alle Camere.
Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione.
Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo.
Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti.
Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione.
Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato.
Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l’autorizzazione delle Camere.
Ha il comando delle Forze Armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere.
Presiede il Consiglio superiore della magistratura.
Può concedere grazia e commutare le pene.
Conferisce le onorificenze della Repubblica.
Che cosa significa? L’art. 87 elenca i poteri presidenziali e definisce il Presidente «capo dello Stato» e rappresentante dell’«unità nazionale». Secondo l'interpretazione prevalente, la qualifica di Capo dello Stato rappresenta una «qualità specifica dell’organo, uno status speciale, che si traduce in una preminenza onorifica con forte valenza simbolica […] mentre la denominazione ufficiale è quella di Presidente della Repubblica».
Quanto alla formula per cui il Presidente rappresenta l’unità nazionale, secondo alcuni interpreti al Presidente spetta un’opera di diffusione dei principi e dei valori della Costituzione. Secondo un diverso orientamento dottrinale, la rappresentanza dell’unità nazionale è il fondamento di un rapporto diretto fra il Presidente e i cittadini: questo permetterebbe al Capo dello Stato di «farsi voce di esigenze anche nuove che salgono dalla società civile», un ruolo quindi che consente un intervento più attivo nella politica per mezzo di messaggi, dichiarazioni, discorsi pubblici.
Ma perché...? Il Presidente della Repubblica assomma una serie di funzioni e di poteri eterogenei. Alcuni di questi riguardano l'iter delle leggi: il Presidente della Repubblica ha “l'ultima parola” prima dell'emanazione di una legge, ma il suo controllo è di carattere formale e non politico, ossia deve verificare che la nuova legge non entri in conflitto con le norme costituzionali e abbia copertura di bilancio. Ovviamente, nel corso della dinamica politica, una richiesta da parte del Presidente di un approfondimento per verificare le due condizioni indicate può essere interpretata come una forma di ostacolo all'attività del governo.
Il ruolo del Presidente come Capo delle Forze armate e il fatto che presieda il Consiglio superiore della magistratura non vengono intesi come un effettiva capacità del Presidente di dirigere questi settori.