Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse.
Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura.
Che cosa significa? Questo articolo definisce una delle funzioni più importanti del Presidente della Repubblica: sciogliere le Camere. Questo atto segue in genere una o più crisi di governo. Il Presidente si accerta che non sia possibile ricomporre una maggioranza parlamentare (in poche parole, un nuovo accordo tra i partiti), ascolta il parere dei Presidenti di Camera e Senato e nel caso in cui sia impossibile trovare una nuova base parlamentare per il governo, scioglie le Camere. Dopo lo scioglimento delle Camere vengono indette nuove elezioni.
L'articolo indica con precisione i tempi e i modi. In questo modo la Costituzione intende evitare un abuso di potere da parte del Presidente, ossia uno scioglimento delle Camere che non deriva da una crisi politica, ma da una mossa politica dello stesso Presidente che intende porre fine a un governo e alla sua maggioranza.
Gli esperti di diritto costituzionale hanno interpretato in modi diversi questo articolo: per alcuni indica un potere che è solo del Presidente, per altri che è anche del Governo o in realtà del solo Governo, perché l’atto del Presidente deve essere controfirmato dal Governo.
Ma perché...? Il Presidente scioglie le Camere solo in occasione di una lunga crisi politica (a meno che le Camere non siano giunte alla fine naturale del loro mandato). In questi casi, in genere i partiti al Governo si trovano in disaccordo sulla politica da seguire e le proposte del Governo vengono bocciate in Parlamento. A quel punto il Presidente della Repubblica convoca il Presidente del Consiglio, i rappresentanti dei partiti, i Presidenti delle Camere per capire meglio la situazione. Prima di arrivare allo scioglimento delle Camere, il Presidente batte varie strade e sonda tutte le possibilità eventualità. Lo scioglimento anticipato delle Camere è infatti un atto “traumatico”, perché indica che i partiti non vogliono o non possono trovare tra loro un accordo sufficiente per governare.
Nel corso della storia della Repubblica, i Presidenti sono ricorsi più volte allo scioglimento anticipato delle Camere, sintomo di un'instabilità e conflittualità politica caratteristica del nostro Paese.