Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro è composto, nei modi stabiliti dalla legge, di esperti e di rappresentanti delle categorie produttive, in misura che tenga conto della loro importanza numerica e qualitativa.
È organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge.
Ha l’iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale, secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge.
Che cosa significa? L’articolo in questione riguarda l’istituzione del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL) – un organo formato da 121 componenti, di cui 99 rappresentanti delle diverse categorie produttive, 10 rappresentanti delle associazioni di volontariato e 12 esperti – le cui funzioni sono quelle di proporre leggi su materie di interesse economico e di svolgere attività consultiva nel settore del lavoro e dell’economia su richiesta delle due Camere, delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano.
All’interno del CNEL sono rappresentati gli imprenditori, i lavoratori autonomi e quelli dipendenti (sia del settore pubblico che privato).
Quanto al sistema di nomina dei suoi componenti, gli esperti – la cui funzione è quella di fornire un supporto tecnico alle decisioni dell’organo – sono scelti dal Presidente della Repubblica e dal Governo fra «qualificati esponenti della cultura economica, sociale e giuridica». I rappresentanti delle categorie produttive vengono nominati dalle organizzazioni sindacali selezionate dal Governo (generalmente sono quelle più rappresentative a livello nazionale).
Il CNEL resta in carica 5 anni e i suoi membri possono essere riconfermati.
Ma perché...? Il Cnel svolge un'attività di consulenza su richiesta del Parlamento, del Governo e delle Regioni. In modo autonomo propone osservazioni e progetti in materia economica. Elabora rapporti e studi sull'economia, il mercato del lavoro, la contrattazione, l'immigrazione e la lotta alla criminalità. Gestisce inoltre l'Archivio nazionale dei contratti collettivi di lavoro e alcune banche dati relative all'immigrazione, al lavoro, alle statistiche territoriali, alle professioni non regolamentate. C’è da dire che il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro non è riuscito mai ad avere un ruolo significativo a causa della sua composizione eccessivamente eterogenea, della diffidenza delle organizzazioni sindacali e della pochezza delle sue attribuzioni. Per questa ragione alcuni esponenti del mondo politico e non solo ne hanno chiesto l'abolizione (che richiederebbe però una riforma della Costituzione, dato che il Cnel è previsto proprio dalla Costituzione).